Documento 4: Corrispondenza Miwa-Heinrich
From: heinrich@h.alliance.de
To: miwa_uzuki@buildbase.net
Subject: nanomacchine
Date: Tue, 2 March 1999 10: 58: 35
Carissima signorina Uzuki,
purtroppo l’aggiornamento del software delle nanomacchine concede molte cose, ma non i miracoli. Non credo che inocularle in soggetti affetti dal male di cui mi parlavate risolverà molto. D’altra parte, io sono un ingegnere robotico e non un medico o un biologo.
Senza avere riscontri reali non posso essere sicuro di nulla, ma solo esporle ipotesi. Credo che il processo innescato dai nanoidi sia efficace per “congelare” il soggetto a uno stadio fisso, senza possibilità di cambiare. Programmando le nanomacchine, la degenerazione cellulare non dovrebbe avanzare, ma nemmeno migliorare. E non sappiamo, ammesso che ne esista un modo, cosa potrebbe succedere una volta invertito il processo.
Altra variabile è la quantità di tempo prima che le nanomacchine siano in grado di elaborare i dati necessari a entrare in funzione. So che il compimento del Dotaku Project nel vostro esperimento è programmato sui 25 anni, anche se non mi avete specificato le sue condizioni di salute. E’ un soggetto di tipo A o B? mancando un qualunque accenno a questa specifica, dubito – non si offenda – che sia al corrente della differenza. La prego di farsi spiegare o almeno accennare questo particolare dal dottor Shiba.
From: miwa_uzuki@buildbase.net
To: heinrich@h.alliance.de
Subject: Re:nanomacchine
Date: Tue, 2 March 1999 11:28:41
Il professore dice che si tratta di un soggetto A
Saluti.
From: heinrich@h.alliance.de
To: miwa_uzuki@buildbase.net
Subject: Re:Re:nanomacchine
Date: Tue, 2 March 1999 11:40:45
> Il professore dice che si tratta di un soggetto A
Allora è come pensavo. Nei soggetti A, esposti a minori sollecitazioni, il processo è più lento. E’anche presumibile che il cambiamento, se così si può chiamare, arrechi meno dolore proprio per la riduzione del lavoro richiesto alle nanomacchine.
A breve, studierò con il professore una aggiornamento per i soggetti di tipo B.
Ci sono tuttavia alcune funzioni nel software che non capisco bene: alcune cose non mi sembrano riguardare affatto la cura dei tumori e la degenerazione cellulare che ben conosciamo.
Mi piacerebbe avere spiegazioni, visto che il signor Fudo si rifiuta di darne e visto che mi sto francamente stancando di lavorare a progetti di cui – pare – sono informato solo riguardo al necessario.
To: miwa_uzuki@buildbase.net
Subject: nanomacchine
Date: Tue, 2 March 1999 10: 58: 35
Carissima signorina Uzuki,
purtroppo l’aggiornamento del software delle nanomacchine concede molte cose, ma non i miracoli. Non credo che inocularle in soggetti affetti dal male di cui mi parlavate risolverà molto. D’altra parte, io sono un ingegnere robotico e non un medico o un biologo.
Senza avere riscontri reali non posso essere sicuro di nulla, ma solo esporle ipotesi. Credo che il processo innescato dai nanoidi sia efficace per “congelare” il soggetto a uno stadio fisso, senza possibilità di cambiare. Programmando le nanomacchine, la degenerazione cellulare non dovrebbe avanzare, ma nemmeno migliorare. E non sappiamo, ammesso che ne esista un modo, cosa potrebbe succedere una volta invertito il processo.
Altra variabile è la quantità di tempo prima che le nanomacchine siano in grado di elaborare i dati necessari a entrare in funzione. So che il compimento del Dotaku Project nel vostro esperimento è programmato sui 25 anni, anche se non mi avete specificato le sue condizioni di salute. E’ un soggetto di tipo A o B? mancando un qualunque accenno a questa specifica, dubito – non si offenda – che sia al corrente della differenza. La prego di farsi spiegare o almeno accennare questo particolare dal dottor Shiba.
From: miwa_uzuki@buildbase.net
To: heinrich@h.alliance.de
Subject: Re:nanomacchine
Date: Tue, 2 March 1999 11:28:41
Il professore dice che si tratta di un soggetto A
Saluti.
From: heinrich@h.alliance.de
To: miwa_uzuki@buildbase.net
Subject: Re:Re:nanomacchine
Date: Tue, 2 March 1999 11:40:45
> Il professore dice che si tratta di un soggetto A
Allora è come pensavo. Nei soggetti A, esposti a minori sollecitazioni, il processo è più lento. E’anche presumibile che il cambiamento, se così si può chiamare, arrechi meno dolore proprio per la riduzione del lavoro richiesto alle nanomacchine.
A breve, studierò con il professore una aggiornamento per i soggetti di tipo B.
Ci sono tuttavia alcune funzioni nel software che non capisco bene: alcune cose non mi sembrano riguardare affatto la cura dei tumori e la degenerazione cellulare che ben conosciamo.
Mi piacerebbe avere spiegazioni, visto che il signor Fudo si rifiuta di darne e visto che mi sto francamente stancando di lavorare a progetti di cui – pare – sono informato solo riguardo al necessario.
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